18 Marzo 2014 Cucina Eventi Luoghi di interesse Salute e Benessere

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18 marzo 2014, dopo ben due anni di trepidazioni e rimandi, apre finalmente a Milano il nuovo Eataly, grandissimo store gastronomico nato dal genio dell’imprenditore italiano Oscar Farinetti.

L’occasione della nuova apertura è stata elevata da Farinetti ad un paragone come “le 5 giornate di Milano in festa”, dal momento che si commemora la data delle 5 giornate di Milano, a distanza di 166 anni da quando avvennero.

La nuova struttura sorgerà in piazza XXV Aprile, a Milano, e sembra inserirsi perfettamente in quell’area urbana: Porta Nuova è storicamente improntata ad ospitare residenze di lusso e grandi uffici, per cui la costruzione del nuovo impero Farinetti sembra completare un quadretto perfetto nell’urbanistica della città.

La sede, costruita su tre piani, è stata totalmente rinnovata e questo è stato l’intervento che ha richiesto il lavoro maggiore e che ha portato a temporeggiare maggiormente per l’apertura, ma non invano: il prolungamento dei lavori è comunque frutto di un investimento in un design totalmente originale, che ricordasse uno dei punti forti del marchio made in Italy.

Il progetto prevede ampissimi spazi dedicati principalmente alla ristorazione e al settore alimentare, ma anche aule per la didattica e inoltre un palco che potrà ospitare letture, concerti, spettacoli di danza o teatro e incontri. Infatti non bisogna dimenticare che il complesso sorge al posto del vecchio teatro Smeraldo che, dopo vari problemi riscontrati, ha optato per la chiusura, lasciando il posto a questo innovativo mondo del gusto, colorato unicamente della bandiera italiana.

Farinetti, però, ha reintepretato la chiusura dello storico teatro milanese, lasciando intatto il vecchio palcoscenico, in modo da non soppiantare lo spirito artistico di cui l’area viveva fino a poco tempo prima e anzi farlo rivivere attraverso le esibizioni dal vivo, che daranno anche l’opportunità a giovani artisti emergenti di farsi notare, tanto che si è parlato di un “Eataly rock”.

L’attrazione principale, però, rimarrà sempre il cibo. Sicuramente Eataly, colosso della distribuzione di prodotti alimentari, ha tra le sue principali occupazioni quella del riconoscimento del valore del prodotto italiano all’estero, a difesa di un perno dell’industria italiana, che deve rimanere libero dall’essere intaccato da imitazioni.

Il brand ha investito moltissimo in operazioni di ricerca e selezione dei migliori prodotti agro-alimentari da offrire, concentrandosi stavolta soprattutto sulla provincia del Milanese e dintorni. Per l’occasione, infatti, si dice che verranno serviti “un enorme risotto allo zafferano e un’enorme cotoletta”, must della cucina del capoluogo lombardo.

L’operazione messa in atto da Farinetti ricalca in pieno le linee guida del made in Italy, vero e proprio marchio di importantissima fama nel mondo, terzo solo dopo Coca-Cola e VISA. Questo costituisce indubbiamente un valore aggiunto che quasi mai si riscontra nel resto della produzione italica, caratterizzata in gran parte da piccole-medio imprese. Se il nostro Paese ha a disposizione una carta jolly da giocare, questa è sicuramente costituita dal made in Italy, che diventa parte integrante dei prodotti a cui esso è applicato, rendendoli unici in tutto il mondo. Questo è dovuto anche al fatto che si tratta di un marchio di tutela rilasciato dopo controlli molto accurati, che riguardano la qualità, l’immagine, lo stile, i materiali e altre fasi del processo produttivo, garantendo alti standard rispetto al resto dei prodotti di simili categorie merceologiche offerti da altri paesi.

Si prevede inoltre l’offerta di 500 nuovi posti di lavoro, soprattutto nel campo della ristorazione e della vendita alimentare, per la maggior parte (circa l’80%) costituito da personale in grado di lavorare con prodotti della tradizione italiana (formaggio, pasta, vino e carni, principalmente), ripartiti su diversi prezzi, accessibili a target di offerta molto diversi tra loro.

Si tratta del venticinquesimo centro aperto dall’imprenditore Farinetti in Italia. A Milano ve ne è già uno in Piazza V Giornate, mentre in Italia l’esperimento non sempre è riuscito (come nel caso di Bari, nonostante l’importanza della regione Puglia nel settore alimentare, sicuramente uno dei punti di forza della sua economia).

Ma l’impero non si ferma qui: tra il 2016 e il 2017 è prevista la quotazione in Borsa del maxistore.

E chissà quali altre sorprese dobbiamo aspettarci.

 

 

Camilla Abbruzzese

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