2 Dicembre 2013 Cultura generale

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Dopo accertamenti e indagini, pare che Apple abbia nascosto al fisco italiano oltre 1 miliardo di euro tra il 2010 e il 2011. Notizia shock? Assolutamente no. Si tratta solo della minuscola punta dell’iceberg che sta per impattare contro il Titanic della condizione economica moderna. Oggigiorno ci sono molti casi che suscitano interrogativi e fanno storcere la bocca: ad esempio, perché uno dei colossi del web come Amazon, che ha magazzini, dipendenti e sedi in Italia, fattura in Lussemburgo? In breve vanno a creare una rete di societa’ affiliate, consociate e reti di vendita a livello internazionale, in modo da disorientare volutamente il fisco di un determinato paese.

La tattica più sfruttata è quella di spostare i costi in paesi nei quali la tassazione è maggiore (perciò imprese in perdita che in un paese non pagheranno alcuna tassa) portando invece gli utili nei paesi in cui le imposte sono talmente basse da risultare praticamente nulle (o quasi). In ogni modo colpire le multinazionali non è affatto semplice e così si decide di virare sui pezzi meno pregiati. Le vere vittime della mancata  riscossione delle imposte delle big companies sono le piccole/medie imprese che si vedono tartassate continuamente da Equitalia e quant’altro e non riescono a sopportare il pesante macigno e lo sdegnoso sfogo del fisco sul proprio capo. Ogni mattina in Africa, quando sorge il sole una gazzella si sveglia, sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole un imprenditore si sveglia, sa che dovrà guadagnare come una multinazionale o verrà ucciso dal fisco. La gazzella può scampare al pericolo del leone, l’imprenditore non può scappare al fisco che lo perseguita perché il pesce piccolo sarà pescato sempre più facilmente del pesce grande. Dopo aneddoti e metafore non resta che rispondere all’ultima filosofica massima: fa più rumore un albero che cade o una foresta che cresce? Indubbiamente un albero che cade, purtroppo è proprio per questo che silenziosamente, in modo meschino e viscido, la foresta dell’ingiustizia economica cresce, si rinvigorisce e prolifica tra di noi.

 

A cura di Leonardo Salati

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