9 Maggio 2014 Cucina Eventi Luoghi di interesse Vita da studente
Condividi12oz: se vi viene in mente il famoso mago, siete sulla cattiva strada, ma forse non troppo.
Qualcosa di magico ce l’ha per davvero, il nuovissimo concept store è probabilmente destinato a diventare uno dei nuovi brand di tendenza dei giovani nella Milano “da bere”, ma non la stessa dei drink e dei cocktail, quanto più della bevanda da noi più conosciuta e più consumata dopo l’acqua: il caffè.
Oz come in inglese la misura delle once, 12 come quelle necessarie per riempirne una tazza di buon caffè.
L’imprenditore David Nathaniel si è presentato a noi ragazzi raccontandoci la storia di come un prodotto come il caffè americano, in Italia da considerarsi di nicchia, possa essere adattato alle esigenze dei nuovi tempi moderni, per dirigersi verso la creazione di una soluzione innovativa, adatta ai giovani e ad una città internazionale e multiculturale come Milano.
L’ostacolo che David ha sempre incontrato sulla propria strada è stato quello di occuparsi di una tipologia di bevanda lontana da quella comunemente diffusa in Italia. Non si tratta, infatti, del semplice caffè espresso, quello conosciuto e amato dagli italiani di cui si fa sempre richiesta nei bar, ma del cosiddetto “caffè americano”.
Risulta abbastanza evidente come si tratti di un prodotto che attira per lo più un target internazionale, motivo per cui inizialmente Massimiliano Mandelli ha deciso di vendere, con risultati di successo, ad alberghi rinomati, quali “Bulgari”, “Armani”, “Savoia” ed altri, perfettamente consoni all’esigenza di clienti esteri.
Però i tempi cambiano e con l’arrivo del nuovo millennio ci si trova davanti ad una nuova realtà, che investe tutto il mondo e, di conseguenza, anche l’Italia: è la nuova dimensione del movimento, della velocità, della comunicazione immediata e ininterrotta, che riveste di futurismo ogni aspetto del vivere.
Questo comporta necessariamente una sempre maggiore interazione di Paesi, culture e mondi lontani, che improvvisamente diventano vicini e a portata di mano: quasi in preda ad una furia esterofila, si diffonde il trend di mangiare cinese o giapponese o di bere in caffetteria da Starbucks, e si apprendono con una facilità estrema, prima non possibile, nuovi modi di vivere, nuove tendenze e nuovi ritmi biologici.
Allora anche l’Italia diventa un piccolo globo, in cui è possibile viaggiare seppur restando nella propria città.
In virtù di questo nuovo modus vivendi, un imprenditore come David Nathaniel, che intuisce l’importanza di una possibile multinazionalità di un brand, inizia a domandarsi: “Perché non portare il caffè americano in Italia? Perché non farne un prodotto di consumo degli italiani e non solo degli stranieri in Italia?”
Inizialmente si rivolge a ciò che già esiste sul territorio e cerca a Milano locali trendy, librerie, gelaterie possibilmente interessate al suo progetto, ma con scarso successo, forse per diffidenza nei confronti delle innovazioni, da parte del consumatore medio tradizionalmente abitudinario.
E dove non arrivano gli altri, decide di arrivare lui.
Ed è così che ha inizio il concetto 12oz, che unisce due esigenze fondamentali da soddisfare: un contesto giovane e internazionale, e una predisposizione allo “street food”, o come comunemente lo intendiamo “il cibo da portar via”, destinato ad essere consumato altrove rispetto al suo punto vendita.
E quale location poteva essere migliore dell’area Bocconi a Milano?
Da qui 12oz parte con un locale pilot, destinato poi a creare altri locali satellite non appena l’espansione del marchio lo ritenga possibile.
Il format scelto è stato perfezionato dal punto di vista grafico dall’architetto-artista Stefan Davidovici che si è preoccupato di dare un’immagine coerente con quello che è 12oz: da qui l’idea di una vista dall’alto che ci pone davanti a mille strade che si incrociano, proprio come lo stesso prodotto si propone di fare nella realtà.
La grafica non si limita solo all’architettura del locale ma viene ripresa poi in tutti gli accessori di 12oz.
Il luogo perfetto per il target perfetto, dunque, vi aspetta insieme con il Barman Davide Pieri da 12oz, per non sorbirvi il solito caffè, ma una nuova esperienza di gusto, che spazia dal caffè americano classico a mille altre varianti, che comprendono strani accostamenti di sapori, gusti particolari che mai avreste pensato di poter abbinare alla bevanda che bevete più volte al giorno, e colori e ricette invitanti e tutte da provare almeno una volta.
Non limitate le vostre papille gustative e correte da 12oz!